martedì 13 marzo 2012

Ilenia Volpe – Radical chic un cazzo

Etichetta: Discodada records
Genere: rock

Un album sospeso nell’alternanza di momenti intimisti e altri, più numerosi, costruiti sul materiale sonoro, sulle chitarre distorte e la voce graffiante, anziché sulla tensione dell’emozione.
Nel disco della cantautrice romana ci trovi un suono sporco, saturo nelle chitarre, crudo e semplice nelle ritmiche, denso e sanguigno nel mischiare batteria, basso e urla dall’apparente incertezza sonora (Gli incubi di un tubetto di crema arancione, Indicazioni per il centro commerciale). Ma in Radical chic un cazzo ci trovi anche la pacatezza ipnotica della psichedelia, l’energia del rock’n’roll, la grinta dell’attitudine punk, l’impeto hardcore e sputi decisamente pop (La mia professoressa di italiano, Mondo indistruttibile, Fiction).
A soddisfare le aspettative, pezzi come Prendendo un caffè con Mozart e La croci-finzione, la bellissima cover di Direzioni diverse del Teatro degli orrori, o la strumentale Il giorno della neve, per un album di debutto che dimostra un livello di maturità e consapevolezza già alto.
Certo, non si inventa niente di nuovo, anzi, si pesca per tutte le undici tracce nel calderone strapieno di vecchie idee, una rivincita delle Riot grrrl potremmo dire, ma se si dovesse chiedere ad ogni musicista di inventare ogni volta qualcosina di nuovo, allora stiamo freschi. Un album al di sopra della media comunque.
Quindi godiamoci questi strilli acuti che partono da un punto imprecisato dello stereo e magari iniziamo a sperare che anche l’Italia abbia trovato la sua Mia Zapata. Certo, è ancora presto per dirlo, ma la strada è stata imboccata per bene.

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